ieri ho lasciato quel catorcio (beh è una parola grossa, un'auto del 1986 la definirei seminuova), della mia auto dal meccanico per una riparazione. ovviamente i tempi di consegna qui in Perù non sono previsti. in ogni caso la prendo con filosofia: meglio Jesùs (un nome una garanzia) che non sa quanto tempo ci mette ad un altro che magari per puro caso e senza nessuna intenzione magari si frega qualche pezzo del motore (già capitato).
comunque stamane senza auto prendo il pullman e decido andare a fare delle commissioni. lo so che voi cittadini ipercivilizzati già inorridite alla sola idea di prendewre l'autobus... andare alla fermata... aspettare il [15] (lo prendevo per andare all'università da Porta Nuova, credo che sia l'unico tram mai preso in vita mia), e magari anche VIAGGIARE IN PIEDI!
beh qui è molto peggio
qua ci sono un numero imprecisato di linee di autobus, tutte di diversi colori e con linee come dire... variabili! cioè non sempre lo stesso autobus fa il medesimo percorso, a volte cambia rotta, a volte visto che è semivuoto si ferma, fa scendere i pochi passeggeri rimasti e fa una bella inversione a "U" (ovviamente dove non si può) e carica un gruppo di passeggeri fermi dall'altra parte della strada alla ferm.... no, qui non ci sono fermate: qui il bus vi carica e vi molla esattamente dove volete voi (comodo no?), il tutto condito dal vantaggio di potere trattare sul prezzo della corsa con un bigliettaio che pare appena uscito dal film "Brutti sporchi e cattivi" tant'è laido.
comunque salgo sul mezzo senza non prima essermi accertato del percorso più o meno previsto e sbattendomene altamente di donne, vecchi e bambini (che si fottano, avevano solo da prenderlo prima di me, e poi io sono più alto della cabina del pullman, se dovessi viaggiare in piedi scenderei icurvato come il gobbo di Notre Dame), mi vado a sedere su un sedile microscopico, a tal punto da occuparne 2 con il mio grosso culo. se qualcuno osa guardarmi con biasimo gli mando un'occhiataccia del tipo "cazzo vuoi?".
dopo circa un'ora e mezza condita da musica "chicha" (vedi il pezzo su Tongo), venditori di caramelle, di purganti in bustina, gente che ha figli ammalati (con tanto di certificato medico esibito), e di musicisti che starnazzano improbabili canzoni, riesco finalmente a giungere a destinazione. ovviamente scendere dall'autobus è stata un'impresa, visto che era talmente pieno che ho dovuto praticamente calpestare una ventina di persone (lo so che sembro un bastardo, al posto mio fareste lo stesso).
(continua)
Nessun commento:
Posta un commento